Nell'oceano di Internet sono centinaia i siti che si occupano dell'affaire Moro, come è stato definito da Sciascia. Il mio blog si presenta come un progetto diverso e più ambizioso: contribuire a ricordare la figura di Aldo Moro in tutti i suoi aspetti, così come avrebbe desiderato fare il mio amico Franco Tritto (a cui il sito è certamente dedicato). Moro è stato un grande statista nella vita politica di questo paese, un grande professore universitario amatissimo dai suoi studenti, un grande uomo nella vita quotidiana e familiare. Di tutti questi aspetti cercheremo di dare conto. Senza naturalmente dimenticare la sua tragica fine che ha rappresentato uno spartiacque nella nostra storia segnando un'epoca e facendo "le fondamenta della vita tremare sotto i nostri piedi".
Ecco perchè quel trauma ci perseguita e ci perseguiterà per tutti i nostri giorni.

mercoledì 28 ottobre 2009

E' morto Corrado Simioni, l'uomo di Hyperion. La notizia nascosta per un anno

Dopo diversi tentativi andati a vuoto, ho deciso di riprovare ed ho ricomposto il numero di un Bed and Breakfast nel Sud della Francia. Questa volta, finalmente, qualcuno mi ha risposto. Era la voce di un uomo che parlava perfettamente l’italiano.

«Buon giorno, sono Giovanni Fasanella, un giornalista. Vorrei la signora Archer.»

«Mia sorella non c’è, è in viaggio…»

«Posso dire a lei?»

«Sì, dica pure a me.»

«Mi dispiace…ma dovrei verificare una notizia… Ho saputo che suo cognato, Corrado Simioni, è morto…»

«Sì, purtroppo.»

«Quando?»

«Ottobre di un anno fa.»

«Com’è successo?»

«No, mi dispiace, non posso dirglielo. Dovrà parlare con mia sorella, tornerà fra qualche giorno.»

«Posso chiederle solo come mai la notizia è rimasta coperta per un anno… In Italia nessuno ne ha mai scritto. E in Francia?»

«Neppure. Evidentemente non era un personaggio così importante come si è voluto far credere.»

E invece, Corrado Simioni, il fondatore della scuola parigina di lingue Hyperion, era un personaggio molto importante, notissimo negli ambienti intellettuali sia francesi che italiani. Da noi si è parlato a lungo di lui perché sospettato di essere il “cervello politico” delle Brigate Rosse. In Francia perché era stato il braccio destro di un mitico personaggio, quasi un monumento, come l’Abbé Pierre. Curioso, davvero curioso che della sua morte nessuno abbia mai saputo e scritto per un anno.

Lo avevo cercanto a lungo, perché volevo incontrarlo. Ma nessuno sapeva in quale parte della Francia vivesse. Chi diceva a Parigi, chi in un castello della Normandia, chi in una villa sulla Costa Azzurra… Alla fine, quasi due anni fa, l’avevo rintracciato grazie a un amico che si era “appassionato” alla sua figura leggendo alcuni dei miei libri, in particolare “Che cosa sono le Br” (con Alberto Franceschini) e “Guido Rossa, mio padre” (con Sabina Rossa). Simioni si era “rifugiato” nella campagna di Truinas, nella Drome, Sud-Est francese, dove gestiva un B&B insieme alla sua compagna Giulia Archer. Un «luogo magico», come lui stesso amava definirlo: un casale d'epoca vicino alla sorgente di un fiume e ad antiche rovine. Avevo telefonato diverse volte, mi aveva sempre risposto Giulia Archer, dicendomi che il suo compagno era in viaggio. Un giorno, però, trovai lui e gli chiesi di vederlo. Era sospettoso, sembrava quasi che avesse paura di parlarmi, mi disse che aveva avuto un infarto e lasciò tutto nel vago. Quella fu la prima ed unica volta che riuscii a parlare al telefono con Simioni. Avevo deciso comunque di andare a trovarlo in quel «luogo magico». Ma il telefono del suo B&B squillava sempre a vuoto.

Diversi giorni fa, ho avuto la notizia della sua scomparsa via e-mail, su Facebook. Era di un altro mio lettore. Anche lui aveva voluto conoscere Simioni ed era andato in vacanza a Truinas per tre estati di seguito. Erano diventati quasi amici. Dopo la sua morte, non era più tornato. Gli ho chiesto qualche riscontro. Mi ha fatto avere l’atto di cessazione dell’attività di B&B, stipulato il 31 dicembre del 2008 presso la camera di commercio di Roman sur Isere, per l’avvenuto decesso dell’unico socio, Corrado Simioni. Volevo un altro riscontro. L’ho avuto parlando, dopo molti tentativi, con il fratello di Giulia Archer.

Negli ultimi tempi, le condizioni di salute di Simioni si erano un po’ aggravate. Per le cure si faceva arrivare medicine da diverse parti del mondo. Persino dalla Cina. Se n’è andato, a quanto pare, così come aveva vissuto, appartato, nascosto, portando via con sé i suoi segreti. Questa volta per sempre.

di Giovanni Fasanella
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